I furbi, i fessi e la giustizia sociale

La coesione sociale di un paese deve fondarsi sulla solidarietà e sulla condivisione, soprattutto in momenti di crisi. Questo ce lo insegna la storia e la nostra in particolare che, nell’immediato dopoguerra, ha saputo generare una carta costituzionale che per certi versi ha anticipato la dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo.

Invece la fotografia dell’attuale Italia ritrae la contrapposizione tra i furbi, che la fanno franca e si arricchiscono, e i fessi, costretti sempre a pagare, anche in termini di prospettive e speranze per i propri figli.

Nella crisi tutti siamo chiamati a fare sacrifici, è vero, ma ognuno deve “contribuire” secondo la propria capacità, come prevede la Costituzione stessa.

Nella realtà invece assistiamo ad un accanimento in termini di tasse verso i più deboli, le famiglie, i lavoratori ed i pensionati.

Perché, anche governi di centrosinistra e governi cosiddetti “tecnici” hanno sempre indugiato nell’addentrarsi in qualche zona “franca” come i grandi patrimoni e soprattutto le spese militari? Si ha paura che i grandi capitali fuggano all’estero, vedi in Francia l’attore Gerard Depardieu? Non parliamo del costo delle armi, sono un vero e proprio tabù…in tempi di crisi spendiamo cifre pazzesche per gli armamenti neanche fossimo minacciati da mezzo mondo.

In questo scenario gli ammalati di SLA sono costretti a rivendicare il diritto all’assistenza con lo sciopero della fame. Non ci sono soldi per ospedali, scuole, formazione e inserimento al lavoro eppure il costo di un solo aereo F-35 servirebbe a risolvere il problema degli esodati, lasciati senza stipendio e senza pensione.

Si dimentica che dietro ogni esodato c’è una famiglia, magari con figli ancora senza lavoro.

E’ tempo di decisioni coraggiose. E’ tempo di elezioni. Non lasciamoci “imbonire” da intellettualismi o da semplificazioni mediatiche che riducono il dibattito politico ad partita di calcio, non siamo tifosi. Scegliamo quegli uomini/donne e quei programmi che mettono al centro l’equità fiscale, la famiglia, i lavoratori e la riduzione drastica delle spese militari.

 

Pino Parisi

 

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