Non c’è posto per i giovani

“Il lavoro non è un dono gentilmente concesso a pochi raccomandati: è un diritto per tutti”. No, non sono le parole del solito sindacalista o politico a caccia di voti. Lo ha detto di recente Papa Francesco con una lucida analisi della situazione italiana. “Mancano idee forti sia da parte della classe politica che della società civile. Parlare di disoccupazione sta diventando un triste sport nazionale”. Per chi come me ha quattro figli tutti maggiorenni ed in età da lavoro più che sport rappresenta la quotidianità delle preoccupazioni.

In Italia un milione di ragazzi/e sotto i 35 anni sono disoccupati, Genova ha la percentuale più alta tra le grandi città. I più fortunati saltano da un “lavoretto” all’altro senza tutele.

A questi bisogna aggiungere i cosiddetti Neet, quelli che purtroppo hanno rinunciato e non studiano, non cercano lavoro, non si formano, passano la giornata a casa, magari alienandosi col PC in uno stato di sospensione irreale che a volte sfocia in depressione. La precarietà lavorativa e la mancanza di prospettive dei giovani è una ferita mortale per questo paese, per la nostra città. C’è bisogno di un nuovo patto tra generazioni per ritrovare un idea di futuro per il nostro paese. Conosco tante persone della mia età che hanno la prospettiva di lavorare ancora per parecchi anni con all’orizzonte una misera pensione che magari servirà a mantenere ancora i figli, ormai adulti e con famiglia a carico.

I rimedi? Innanzi tutto mettere al centro di ogni politica nazionale e locale il tema del lavoro per i giovani.

In secondo luogo guardare all’estero ed acquisire delle buone pratiche, in Germania per esempio l’alternanza scuola-lavoro funziona ed è l’anticamera di una carriera lavorativa perché non è affidata solo alla scuola ma alla rete del territorio che è in grado di mettere insieme le reali esigenze.

In terzo luogo rivedere la Legge Fornero, quarto favorire i ricongiungimenti e così via, insomma non vorrei entrare troppo nelle soluzioni tecniche, che esistono ma manca la reale volontà di realizzarle.

Quello di cui abbiamo bisogno è un piano globale di investimenti dedicato ai giovani, bisogna insistere molto su questo.

Ne va del futuro di nostri figli.

Pino Parisi